lunedì 10 gennaio 2022

Sotto ai miei occhi


 

Sono Grace Cameron ho 16 anni e vivo nel Wisconsin. 

Ho una casa proprio di fronte al Lago Geneva, per chi non conosce queste zone sono un pò più isolate dalla città e sono caratterizzate dai prati verdi, foreste intorno e grandi case. Sono una ragazza molto carina, sono alta, ho i capelli castano ondulati, occhi color smeraldo, un nasino a punta e delle labbra rosee sempre curvate in un sorriso perfetto, a volte forzato, sono estroversa, ribelle e molto determinata. La gente crede che sia amica delle persone che ho attorno, figli di ricchi spesso arroganti, che mostrano a tutti il loro grande patrimonio, ma in realtà non c'entro proprio nulla, ho un pensiero totalmente diverso dal loro. Dimenticavo di dirvi che frequento un High school privata, dove faccio due club: cheerleading e giornale scolastico, mi piacerebbe molto intraprendere un giorno la carriera da giornalista, ma di questo i miei non sanno nulla, credono voglia fare economia.

Sono figlia unica, mia madre è una donna molto energica, ha un centro estetico e recentemente ha creato un marchio di cosmetici, quindi tiene molto alla cura personale, mio padre invece è morto quando ero piccola, non ricordo molto, so solo che è morto per un malore, al suo posto invece c’è il marito di mia madre, è un imprenditore, alto, biondo con occhi marroni, un po’ freddo per i miei gusti. La mia famiglia è molto ricca, credo per le varie eredità negli anni, la mia casa, beh, una grande villa a due piani più una piccola soffitta praticamente disabitata, la casa ha uno stile molto bello, un po 'antico, con stanze d’epoca. La mia stanza è al secondo piano ed è davvero grande, è quasi tutta in legno, nei toni del verde e del rosa, è presente una finestra dalla quale riesco a vedere bene il lago, al centro della stanza c’è un letto matrimoniale, di fronte il letto c’è la mia scrivania e proprio sopra, dato che nel pianterreno abbiamo una piccola biblioteca c’è una mensola contenenti tutti i libri che ho e sto leggendo, amo tanto leggere credo sia un modo per viaggiare, anche se solo con la mente, alcune volte mi piacerebbe essere in uno di quei film gialli, pieno di tensione, ma è proprio in questa stanza che è iniziato tutto ciò. 

Circa mesi fa, in un giorno di pioggia era venuto qui il mio migliore amico James per fare un progetto di fisica insieme, siamo amici dalle elementari, quando lui si è trasferito dalla Virginia, ha un anno in più di me ed è un ragazzo di colorealto e magrolino con due grandi occhi castani, è davvero in gamba, un tipo simpatico, curioso e a tratti permaloso “sapeste quante liti inutili!” ma nonostante ciò gli voglio un gran bene, siamo come fratelli. 

Tuttavia tornando alla mia storia, dopo le ore di studio siamo andati in veranda portando con noi del cibo , ed io mentre osservavo le canoe nel lago, notai che in un cespuglio fuori dal cancello principale, c’era qualcosa che brillava, così io e Jamessiamo andati a controllare, i miei genitori fortunatamente erano a lavoro, ma sarebbero arrivati da lì a poco. Abbiamo attraversato tutto il giardino con la pioggia che picchiettava sulle nostre teste, giunti davanti il cespuglio sembrava tutto normale, quando James volò a terra, a quanto pare gli si era incastrato il piede in una piccola manopola, senza neanche pensarci abbiamo provato ad aprirla, era davvero pesante, ma comunque ci siamo riusciti, ciò però che ci si presentò davanti ci ha spiazzati. Era un luogo molto buio, in cui si intravedeva a malapena una scaletta, così pieni di coraggio abbiamo iniziato a scendere, attenti a non essere visti, le nostre torce riuscivano ad illuminare gran parte del posto, che pareva essere di pietra, giunti giù c’era una gran puzza di acqua stagnante, ma puntate le torce davanti abbiamo scoperto che era un bunker, dove al centro c’era un tavolo in ferro, con sopra diverse carte che dimostravano anni, dato il colorito giallastro, per terra era pieno di scatoloni e nella stanza pareva non esserci segni di vita da molti anni.

Abbiamo visitato quel posto ogni giorno per capirci qualcosa, James ovviamente mi era sempre molto d’aiuto, no davvero, quello che faceva era stare seduto al tavolo a mangiare snack vari che scoprì di avere in tasca, mentre io ispezionavo la stanza. Lessi alcuni fogli presenti sul tavolo, presentavano calcoli bancari  e sfogliando le pagine era presente un nome che non sentivo da anni “ John Cameron”,mio padre, ho letto tutti i fogli presenti, erano tutti a me indifferenti, tranne uno che era l’assicurazione sulla vita che ammontava a ben 1,5 milione di dollari; avevo mille punti interrogativi in testa, “ Perchè quel foglio era qui? Dov’erano finiti quei soldi? Di chi è questo posto?” Tutte senza risposta. Nei giorni seguenti, io e James abbiamo proseguito le ricerche, ormai c’ero dentro e avrei scoperto di cosa si trattava e sapevo che James mi sarebbe stato vicino.

Avevo controllato quasi tutti gli scatoloni, ma contenevano solo vecchi oggetti, credo della vecchia casa, ciò che era lì, c’era per essere nascosto. Un mobiletto però catturò la mia attenzione, era posto nell’angolo della stanza, era in legno e possedeva solo un cassetto, così lo aprii e sgranai gli occhi, sotto diversi fogli c’era una pistola, sporca di sangue, lì il panico mi pervase, ma fortunatamente il padre di James lavorava in polizia così avrebbe scoperto di chi era la pistola e a chi apparteneva il sangue. A quel punto mi precipitai a trovare un pezzo di stoffa o un sacchetto dove inserire la pistola senza contaminarla altrettanto, per poi correre dritti in polizia.

“Di chi è quest’arma da fuoco? Perché si trovava in quel luogo? Ho paura…”

Oggi a distanza di 4 mesi il peggio è passato, ma i risvolti sono stati davvero terribili. Il compagno di mia madre non è quello che io e lei credevamo, ha ucciso mio padre per sfruttare i nostri soldi, ottenuti dalla polizia sulla vita di mio padre John.

Adesso però giustizia è fatta, lui è in carcere e mia madre vive a Boston insieme a me dove io sto attualmente frequentando la Yale University.

                                               Biondo Aurora 1D

Il lupo Jack


 La maschera sembrava proprio il muso d’un lupo mannaro. Era davvero perfetta, pensò Jack, uscendo contento dal negozio di scherzi dello zio. Mancavaqualcosa, però. La maschera era davvero realistica, ma non così le sue mani. Se un essere umano potesse realmente trasformarsi in un lupo, anche le sue mani muterebbero, coprendosi di pelo. Così, Jack il giorno dopo tornò nel negozio portandosi dietro la maschera e disse << ciao zio, per caso nel negozio, ti ritrovi mani pelose, voglio far sembrare il travestimento più… bè più reale >> << pelose e con gli artigli? >> << si >> <<aspetta un attimo, che ne dici di queste? >> Jack disse che non erano niente male e che erano proprio come li voleva lui, pelose, con degli artigli e insanguinate come se avesse appena lacerato la carne di una povera vittima. Così Jack uscì dal negozio dello zio, ancora mascherato, perché si era appena accorto che sul marciapiede là davanti c’ era il suo amico Peter. Così, si nascose dietro un muretto, allungo lentamente la mani e toccò Peter su una spalla. Come previsto, Peter si girò di scatto. << oh ma sei tu Jack! >> << che te ne pare>> << bello il tuo nuovo travestimento, niente male, ti ho riconosciuto solo dai vestiti >>. Una volta tornato a casa Jack si guardò allo specchio provando la maschera ed ebbe paura pure del suo stesso riflesso. << Jack >> senti una voce che lo chiamava dal piano di sotto, era sua madre. << scendi che ti spiego >> così Jack prese la maschera e una torcia se la infilò in tasca e scese da sua madre. << dovresti fare una commissione per me; ti ricordi di quel progetto di solidarietà a favore dei bambini dell’ Africa? >>

<< si, me lo ricordo >> rispose Jack << ieri sera non sono potuta passare da due case perché gli inquilini erano fuori. Sono soltanto due case, ti dispiacerebbe passarci per raccogliere le offerte? >> << quali case sono ? >> << il numero civico 16 nella nostra strada, i signori Rossi, e il numero civico 57 nella via Roma, non lo conosco bene perché si è trasferito qui da poco >> << nessun problema mamma, ci metterò 10 minuti, non preoccuparti >> assicurò Jack e corse via. Appena fu lontano da casa, tirò fuori dalla tasca la maschera, gli artigli e la torcia. La casa numero 16 non era lontano. Quando bussò alla porta aveva la torcia già in posizione sotto il mento. << chi è? >> domandò una voce femminile dall’ interno. << devo ritirare le offerte per i bambini dell’ Africa >>. Appena la signora Rossi comparve sulla soglia, Jack accese la torcia, puntandosela sotto il mento. La signora Rossi fece un salto per la paura e balzò all’ indietro. Poi si portò una mano al petto e gli sbatté la porta in faccia. Stupendo , penso Jack. Adesso toccava alla casa numero 57, il 57 era un edificio grande, nascosto e con il giardino pianodi alti abeti. Bussò. La porta si apri proprio mentre la luna si affacciava tra le nuvole, Jack era già pronto con la torcia puntata sotto in mento, c’era da aspettarselo, il signore non era un uomo da spaventarsi facilmente e si limitò a fissare Jack senza batter ciglio. Jack provo a spiegare il motivo per cui era li ma niente l’uomo continuava a fissarlo senza muoversi. Improvvisamente il viso dell’ uomo prese a mutare. Dopo qualche instante l’ uomo fece una cosa bizzarra. Si portò sulla soglia e si curvò, piegandosi verso il ragazzo come per bisbigliargli qualcosa. E gli disse << il tuo costume fa un po’ ridere, i lupi mannari non hanno gli artigli insanguinati, la maggior parte di loro sono buoni e gentili, proprio come me >>. E fu con estremo stupore che Jack notò i grandi occhi gialli che di notte splendevano come fari, aveva poi una bocca larga e spalancata piena di denti aguzzi e gialli; un corpo enorme e zampe smisurate. E Jack per la paura se la diede a gambe levate! 

 

 

Francesca Chiara Aiello ID

 

 

 

martedì 20 aprile 2021

I disturbi alimentari


 I distubi alimentari sono un fenomeno molto diffuso, soprattutto tra le giovani adolescenti. Anoressia, bulimia e binge eating sono spesso meccanismi di difesa che usano il cibo per gestire stati d’animo complessi, come il senso di vuoto. In tutto questo, la famiglia ha un ruolo fondamentale. Vediamo cosa causa queste problematiche, con le parole di chi ci è passato.

In Italia sono tre milioni le persone che convivono con i disturbi del comportamento alimentare. Fra questi vi sono 2,3 milioni adolescenti.Tra i disturbi alimentari tipici di questa fase riscontriamo l’anoressia, una malattia che colpisce più che altro le donne (95 per cento dei casi), e che si sviluppa più spesso nella fascia di età 15-25 anni.

L’adolescenza, in effetti, è una fase delicata, di cambiamento e di transizione.I ragazzi e le ragazze affrontano un momento in cui il corpo e la mente passano dall’essere bambini all’essere giovani adulti. La pubertà fa cambiare il corpo, e la ricerca di approvazione nel gruppo dei pari (ma non solo) porta a sviluppare un’attenzione maniacale al proprio aspetto fisico.

I problemi con il cibo che si manifestano in questo periodo possono rappresentare una richiesta d’amore disperata e la necessità di ottenere riconoscimento e conferme.A questo proposito, la famiglia e le sue regole sono fondamentali per accompagnare il giovane in questo percorso di crescita.L’anoressia riguarda la paura intensa di ingrassare. Il percorso verso l’anoressia inizia solitamente con una dieta ferrea e passa attraverso un controllo maniacale delle calorie ingerite e il rifiuto del cibo, con il rischio di intaccare le funzioni vitali del corpo. L’incontro con lo specchio, però, non restituirà mai l’immagine di un corpo ideale. L’anoressia è invece un tentativo disperato di difendersi dalle relazioni che feriscono. Ad esempio, alcuni genitori si prendono cura dei figli in funzione dei propri bisogni, invece che di quelli del bambino (tipico dei “genitori elicottero“). Così può capitare che i figli, per sentirsi amati, debbano compiacere i genitori, perdendo però la propria spontaneità e vivendo se stessi come una “estensione” delle figure genitoriali. Crescendo, questi bambini avranno difficoltà a identificare i propri stati interiori e faranno fatica a diventare autosufficienti.


La persona anoressica, al contrario di ciò che sembra, è un soggetto disperatamente affamato. Ma la fame non riguarda (solo) il cibo. L’anoressica ha fame d’amore, ma sceglie di occuparsi di quella del corpo, dal momento che lega la propria autostima all’essere magra. L’attività di controllo occupa la sua mente in modo pervasivo, condizionando tutta la giornata e le relazioni con gli altri.

Cellulari come droga per gli adolescenti


 _Cellulari come droga per gli adolescenti_: un imponente studio britannico dimostra quali siano le conseguenze sugli adolescenti di un uso smodato degli smartphone.

Si parla da tempo del fatto che l’uso degli smartphone crei una dipendenza sui giovanissimi paragonabile a quella degli stupefacenti. Ora arriva uno studio del prestigioso istituto di ricerca londinese King’s College che conferma definitivamente l’ipotesi: i cellulari sono come droga per gli adolescenti. L’indagine britannica ha scoperto come i teenager abbiano comportamenti di grave turbamento che si spingono fino al panico quando vengono privati dei loro telefoni. La stessa situazione avviene quando non c’è rete. I ricercatori in forza al centro di ricerca inglese hanno analizzato gli studi fatti finora sull’argomento, scoprendo che il 23% dei ragazzini mostrava i sintomi tipici della dipendenza. Si tratta di oltre quaranta analisi che hanno coinvolto oltre 40.000 adolescenti. È la più ampia indagine mai dedicata alle conseguenze dell’abuso del cellulare. I risultati non lasciano spazio a dubbi. Gli adolescenti innanzitutto sviluppavano un senso di ansia importante quando non potevano o non riuscivano a usare il loro telefono. Avevano anche scatti di ira e sbalzi di umore quando si chiedeva loro di ridurre il tempo utilizzato per chattare o per inviare messaggi. Quindi vedendo quanto i cellulari possano essere dannosi c’è bisogno anche dell’intervento dei genitori, per mettere fine a questo pericoloso fenomeno.