lunedì 10 gennaio 2022

Il lupo Jack


 La maschera sembrava proprio il muso d’un lupo mannaro. Era davvero perfetta, pensò Jack, uscendo contento dal negozio di scherzi dello zio. Mancavaqualcosa, però. La maschera era davvero realistica, ma non così le sue mani. Se un essere umano potesse realmente trasformarsi in un lupo, anche le sue mani muterebbero, coprendosi di pelo. Così, Jack il giorno dopo tornò nel negozio portandosi dietro la maschera e disse << ciao zio, per caso nel negozio, ti ritrovi mani pelose, voglio far sembrare il travestimento più… bè più reale >> << pelose e con gli artigli? >> << si >> <<aspetta un attimo, che ne dici di queste? >> Jack disse che non erano niente male e che erano proprio come li voleva lui, pelose, con degli artigli e insanguinate come se avesse appena lacerato la carne di una povera vittima. Così Jack uscì dal negozio dello zio, ancora mascherato, perché si era appena accorto che sul marciapiede là davanti c’ era il suo amico Peter. Così, si nascose dietro un muretto, allungo lentamente la mani e toccò Peter su una spalla. Come previsto, Peter si girò di scatto. << oh ma sei tu Jack! >> << che te ne pare>> << bello il tuo nuovo travestimento, niente male, ti ho riconosciuto solo dai vestiti >>. Una volta tornato a casa Jack si guardò allo specchio provando la maschera ed ebbe paura pure del suo stesso riflesso. << Jack >> senti una voce che lo chiamava dal piano di sotto, era sua madre. << scendi che ti spiego >> così Jack prese la maschera e una torcia se la infilò in tasca e scese da sua madre. << dovresti fare una commissione per me; ti ricordi di quel progetto di solidarietà a favore dei bambini dell’ Africa? >>

<< si, me lo ricordo >> rispose Jack << ieri sera non sono potuta passare da due case perché gli inquilini erano fuori. Sono soltanto due case, ti dispiacerebbe passarci per raccogliere le offerte? >> << quali case sono ? >> << il numero civico 16 nella nostra strada, i signori Rossi, e il numero civico 57 nella via Roma, non lo conosco bene perché si è trasferito qui da poco >> << nessun problema mamma, ci metterò 10 minuti, non preoccuparti >> assicurò Jack e corse via. Appena fu lontano da casa, tirò fuori dalla tasca la maschera, gli artigli e la torcia. La casa numero 16 non era lontano. Quando bussò alla porta aveva la torcia già in posizione sotto il mento. << chi è? >> domandò una voce femminile dall’ interno. << devo ritirare le offerte per i bambini dell’ Africa >>. Appena la signora Rossi comparve sulla soglia, Jack accese la torcia, puntandosela sotto il mento. La signora Rossi fece un salto per la paura e balzò all’ indietro. Poi si portò una mano al petto e gli sbatté la porta in faccia. Stupendo , penso Jack. Adesso toccava alla casa numero 57, il 57 era un edificio grande, nascosto e con il giardino pianodi alti abeti. Bussò. La porta si apri proprio mentre la luna si affacciava tra le nuvole, Jack era già pronto con la torcia puntata sotto in mento, c’era da aspettarselo, il signore non era un uomo da spaventarsi facilmente e si limitò a fissare Jack senza batter ciglio. Jack provo a spiegare il motivo per cui era li ma niente l’uomo continuava a fissarlo senza muoversi. Improvvisamente il viso dell’ uomo prese a mutare. Dopo qualche instante l’ uomo fece una cosa bizzarra. Si portò sulla soglia e si curvò, piegandosi verso il ragazzo come per bisbigliargli qualcosa. E gli disse << il tuo costume fa un po’ ridere, i lupi mannari non hanno gli artigli insanguinati, la maggior parte di loro sono buoni e gentili, proprio come me >>. E fu con estremo stupore che Jack notò i grandi occhi gialli che di notte splendevano come fari, aveva poi una bocca larga e spalancata piena di denti aguzzi e gialli; un corpo enorme e zampe smisurate. E Jack per la paura se la diede a gambe levate! 

 

 

Francesca Chiara Aiello ID

 

 

 

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