giovedì 13 aprile 2017



ESULI ED EMIGRATI, UN COMUNE DOLORE.
Uno dei fenomeni più complessi che si è accentuato negli ultimi anni è
quello dell'emigrazione. L'emigrazione viene definita come fenomeno sociale
che porta un individuo o un gruppo di persone a spostarsi, appunto
emigrare, dal luogo natio verso altri luoghi per motivi sociali, politici,
economici, religiosi e altri ancora. I motivi sociali e politici sono così
antichi che si può fare riferimento persino a Dante Alighieri; accusato di
baratteria e condannato a pagare una multa di cinquemila fiorini e due anni
di esilio, Dante preferì rifiutare e raggiungere gli altri suoi compagni
esuli e, di conseguenza, aggravare la sua pena allungando il periodo
lontano dalla sua città, pur di non accettare una falsa accusa.In questo
caso, però, bisogna precisare che Dante, più che un emigrato, fu appunto un
esule, condizione che "nasce dalla vecchia pratica del bando" (E.W. Said).
Ma esule ed emigrato hanno di fatto un comune e doloroso destino, cioè
quello di dover abbandonare la loro amata terra. L'esilio per Dante
significò "l'inizio di una lunga fase di sofferenza interiore e di
ripensamento della sua poetica che costituì l'humus ideologico e stilistico
del suo capolavoro immortale: la Divina Commedia" (mondi.it - Dante
condannato all'esilio da Firenze).
Nel corso della storia ci sono sempre stati flussi migratori che
interessavano determinati Paesi, ma negli ultimi anni stiamo assistendo ad
un fenomeno migratorio dalle proporzioni mai registrate prima, dall'Africa
e Medio Oriente verso l'Europa, a causa soprattutto di guerre combattute
per la religione e per questioni politiche e territoriali.
L'emigrante era ed è ancor di più oggi una persona che fugge, corre e cerca
disperatamente e con ogni mezzo di raggiungere un briciolo di salvezza.
L'emigrante, oggi, si aggrappa a qualsiasi possibilità, anche se rischiosa
e pericolosa. Basti pensare a tutti quei barconi stracarichi di gente
speranzosa che, purtroppo, non sono mai arrivati in terra ferma. Ma anche
chi ce la fa deve affrontare un percorso tutto in salita. Li si guarda con
quell'occhio ostile e diffidente, ma non si pensa quasi mai a cosa hanno
passato, a quello che provano, alle loro paure. " Trovarsi, unico nero, in
una folla di bianchi. Attraversare una città dove ogni indicazione, dai
cartelli stradali alle insegne dei negozi, è scritta in un alfabeto ignoto.
Vivere nel terrore di essere rimandato a casa incontro alla guerra, alla
fame" (archivio.panorama.it - Le paure degli immigrati). Questi sono alcuni
dei tantissimi timori che turbano gli immigrati, per non parlare di
problemi ancora più grandi come trovare una casa, un posto di lavoro, tutte
quelle condizioni necessarie per potersi rifare una vita. E tutto non è per
niente facile; " gli esuli guardano a coloro che non lo sono con
risentimento. Loro appartengono al loro contesto, è ovvio, mentre un esule
è sempre fuori posto" (E.W. Said).

Cordiali saluti,
Rosa Triolo 3 D

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