L'uomo che piantava gli alberi è un romanzo allegorico, scritto da Jean Giono e pubblicato nel 1953. Jean Giono è stato uno scrittore francese, nacque in Provenza da una famiglia di origine piemontese e morì di uno scompenso cardiaco nel 1970. Esercitò la professione d'impiegato di banca, ma coltivò fin da giovane la passione letteraria ,grazie alle appassionanti letture di Omero e di Virgilio. Infatti egli esordì maggiormente in questo campo realizzando liriche , saggi brevi e anche vari romanzi che trattavano la condizione dell'uomo nel mondo. Nel racconto 'L'uomo che piantava gli alberi' il narratore ci dice di essere nel bel mezzo di un escursione alle pendici della Provenza, al che egli finisce le scorte d'acqua e si trova in una valle deserta dove non c'è acqua, si guarda intorno e vede solo un villaggio diroccato. Il ragazzo incontra un pastore assieme al suo gregge di pecore, che gli offre l'acqua dalla sua borraccia. Il pastore viene descritto come un individuo piuttosto silenzioso, e ospita il giovane narratore nella sua casa, senza scambiare con lui nessuna parola. Il giorno dopo il ragazzo segue il pastore e vede che ogni giorno pianta 100 ghiande. Inoltre il narratore scopre che il pastore divenuto vedovo, aveva deciso di migliorare il luogo desolato in cui viveva facendovi crescere una foresta, un albero per volta. Il suo nome era Elzéard Bouffier ,aveva cinquantacinque anni e, rimasto vedovo, si era ritirato in montagna e aveva piantato in tre anni 100mila ghiande e si aspettava che ne sarebbero nate 10.000 querce. Dopo questo incontro, il narratore combatte come soldato di fanteria nella prima guerra mondiale . Dopo il congedo, decide di ritornare in quel luogo,sorprendendosi alla vista della trasformazione del paesaggio, con alberi ormai alti, non solo querce, ma anche faggi e betulle. Vi erano molti cambiamenti e l'acqua scorreva nuovamente nei ruscelli una volta secchi. Ritrova anche Elzéard Bouffier, divenuto apicoltore, ed egli continua a piantare alberi e la foresta continua ad estendersi. Le popolazioni vicine si accorgono della trasformazione, ma la attribuiscono a fattori naturali. Qualche hanno dopo la nuova foresta viene visitata da una delegazione governativa e viene messa sotto la protezione dello Stato. Elzéard Bouffier all'interno del suo villaggio ormai rinato non sente i veri eventi che coinvolgono la società in quel momento. E dopo la seconda guerra mondiale il villaggio un tempo abbandonato e senza risorse per vivere, viene nuovamente popolato. Il racconto infine si conclude con la notazione della morte serena di Elzéard Bouffier. Questo libro dà molti insegnamenti e ci fa capire come da un nulla, possiamo fare grandi cose. Infatti il pastore partendo da un ambiente arido è riuscito a trasformare pian piano e con pazienza tutto ,riportando la vita . In particolare ci da molti insegnamenti e ci a aiuta a capire di avere rispetto della natura e che ognuno nel suo piccolo può fare grandi cose.
Rossana Spina Classe III B