martedì 30 marzo 2021

Strano caso Alighieri

 STRANO CASO ALIGHIERI

La bidella Tiziana mette da parte  il bicchiere col vino e le carte da gioco e dopo essersi assicurata che tutti i ragazzi fossero usciti da scuola prende i suoi arnesi da pulizia e comincia la solita routine, cominciando a pulire le aule del piano superiore e in seguito quelle del pianterreno. Ad un tratto il calmo silenzio viene interrotto da un urlo agghiacciante e da una serie di colpi. La bidella preoccupata si reca al piano di sotto e si accorge che il gran trambusto  proviene dal laboratorio di chimica. Vi si avvicina piano piano , apre la porta e ciò che le si presenta davanti la sciocca a tal punto da farla svenire. Il bidello Calogero al centro della stanza, avvolto da una calda pozza di sangue con metà cranio spaccato da venti pendenti scagliati tramite un tagliacarta. Gli schizzi del sangue ricoprivano l’intera stanza insieme agli interni del volto del povero uomo. Dopo essersi ripresa Tiziana chiama la polizia e dopo pochi minuti si presenta il capo della polizia Adamo insieme al suo braccio sinistro, il suo cane Proiettile nonché abile ricercatore di prove. Una volta dopo aver messo piede sulla scena del crimine il capo nota che avvolto intorno al cerniere degli occhiali della vittima si trovava un filo di lana dal colore verde intenso. Lo raccoglie e lo mette da parte insieme alle altre prove. Tra i sospettati principali potevamo trovare   Nicola Puglisi, responsabile del laboratorio nel quale tutto è accaduto e l’ alunno Federico Cangemi della 5b nonché fidanzato della figlia della vittima con il quale quest’ultimo aveva avuto un’accesa discussione . Immediatamente scattano le indagini ma prima bisognava avvertire la famiglia di Calogero e secondo Adamo questa era la parte più difficile, forse perché lui odia vedere la gente piangere o magari perché il bidello era un suo caro amico. Dopo aver parlato con la moglie della vittima Adamo le chiese dove si trovasse sua figlia e lei rispose dicendo  che quest’ultima era andata a casa di Federico,il fidanzato, per comunicargli il terribile accaduto ma fu proprio in quel momento che Adamo dopo aver legato Proiettile al guinzaglio ordinò a tutte le unità di recarsi a casa del ragazzo.  Appena arrivati fecero irruzione nella casa dal momento in cui , dopo svariati tentativi  nessuno aveva né  risposto nè aperto la porta . Dopo essere entrati  a colpi di pistola si ritrovano davanti Annamaria , la figlia, che cercava di pulire una macchia di sangue dai pantaloni di Federico che immediatamente viene arrestato e portato in interrogatorio per effettuare come dice Adamo “una bella chiacchierata”. Quando arrivano in centrale a Federico vengono tolti i pantaloni e portati ad analizzare per verificare se il sangue appartenesse  effettivamente al povero bidello. Adamo che era a coscienza della discussione tra la vittima e il ragazzo chiese informazioni più precise e Federico  spiegò che il bidello, ex avvocato, non approvava il fidanzamento tra lui ed Annamaria perché voleva che la figlia sposasse un suo ricco  collega e vivesse una vita prodigiosa. Poi però,in lacrime, disse che non era stato lui ad ucciderlo perché quella mattina non era andato a scuola e che il sangue sui pantaloni apparteneva a lui perché gli capitava spesso di perdere sangue dal naso. Adamo era confuso e aveva bisogno di riflettere così ,mentre attendeva i risultati del dna  si reca insieme a Proiettile nel loro parco preferito e lì incontrano  il professore Vincenzo Piccione.  Adamo lo riconobbe grazie al maglione verde che spiccava tra la folla e gli si avvicinò sorridente. Il professore chiese come svolgevano le indagini e Adamo gli confessò che non aveva la minima idea di chi poteva aver compiuto tale gesto ma in quel preciso momento gli telefona la centrale e gli comunica che Federico era innocente e aveva detto la verità . A quel punto il Capo era davvero disperato e Piccione gli dice che sfortunatamente quella mattina lui non era andato a scuola a causa di un terribile malessere che lo aveva colpito  improvvisamente. Adamo allora decise di interrogare il responsabile del laboratorio ma anche lì fallì miseramente perché quest’ultimo nel momento esatto in cui fu compiuto il gesto era insieme alla bidella che cercava di riattaccare una tenda penzolante. A quel punto ad Adamo venne un idea, decise di recarsi a scuola e di interrogare tutti i professori che quel giorno erano presenti,una volta arrivato entrò nella sala professori e prese il registro, ma quello che notó gli fece gelare il sangue. Immediatamente si recò in centrale ed entró nella sala delle prove dalla quale uscì con in mano il filo di lana che aveva trovato attorno agli occhiali della vittima e ordinó di analizzarlo in tempo ristretto. Dalle indagini venne fuori che il dna sul filo apparteneva al professore Piccione e Adamo non voleva sentire altro. Si recò nuovamente nel parco e lì trovó il professore con le mani in alto che sussurrava strane frasi in lingua latina. Durante l’interrogatorio Piccione spiegó che era stato lui ad uccidere il bidello perché non voleva pulire l’aula a fine lezione e affermó che era pronto a passare un po’ di tempo al fresco. Ma fu proprio in quel momento che ad Adamo tutto tornò chiaro nella mente. Subito prese la sua auto e si recò a casa di Federico, ex sospettato, e dopo avergli sbattuto la faccia contro il muro gli legó le manette attorno ai polsi dicendo in tono serio  - Federico Cangemi ti dichiaro in arresto per omicidio colposo, hai diritto ad un avvocato-

 Giunti in centrale Adamo spiega ai suoi colleghi che in realtà Piccione aveva disposto apposta il filo attorno agli occhiali per truccare le prove e difendere il suo alunno, mentre il test del dna era falso perché è proprio Annamaria ad occuparsi dei  campioni e ovviamente ha truccato le prove. Proprio per questo lui stesso aveva effettuato un nuovo test e il sangue sui pantaloni apparteneva al bidello. Anche questa  volta Adamo era riuscito a risolvere un caso che inizialmente sembrava impossibile. Come ricompensa si recò nella sua gelateria preferita è sgranocchiò un bel gelato insieme a Proiettile.


Miriam Nastasi


Bianca come il latte rossa come il sangue




Bianca come il latte rossa come il sangue è un romanzo di Alessandro D’avenia.
Alessandro d’avenia nasce a Palermo nel 1977, insegna lettere al liceo ed è sceneggiatore. 
Bianca come il latte rossa come il sangue, il suo romanzo d’esordio è stato tradotto in ventitré paesi e nel 2013 ne è stato tratto il film.
Questo romanzo parla di un ragazzo, Leo, un sedicenne che ama come molti ragazzi il calcio, la musica, il motorino e gli amici.
La sua vita si può riassumere in tre colori: il rosso, il colore dei capelli della sua amata, l’azzurro come gli occhi della sua amica e il bianco, angosciante che lo perseguita quando non pensa a nulla. 
Leo Frequenta il liceo classico e proprio qui, pur non avendole mai parlato si innamora di una ragazza, Beatrice, che vede ogni mattina alla fermata dell’autobus. Lei è davvero bella, ha dei lunghi capelli rossi e dei grandi occhi verdi. 
Non vedendola alla fermata per due giorni Leo non si preoccupa, pensando fosse un semplice raffreddore ma grazie ad un’amica viene a scoprire che Beatrice è malata, ha la leucemia.
Da quel momento Leo vede le cose e il mondo stesso in due colori: il bianco, lui odia il bianco, dice che non è un colore, non lo sopporta perché è senza confini, rappresenta il silenzio e il
Vuoto e inoltre è il colore dei globuli presenti nel sangue di Beatrice, la causa della sua malattia; e poi vede il rosso, il colore della vita, del sangue sano e dei capelli della sua amata.
Le uniche cose che riescono a sollevare il morale di Leo sono: il calcio, la sua migliore amica Silvia e le lezioni del suo prof di filosofia. Ma Beatrice non esce dalla sua testa, così, grazie all’aiuto di Silvia, Leo riesce a conoscerla e una volta a settimana va a casa sua per tenerle compagnia. Leo fa di tutto per lei, dona il sangue e perde anche un importante finale di calcio ma nonostante tutto Beatrice muore. La vita per Leo non ha più senso, e solo con l’aiuto di Silvia, di cui si innamora riesce a superare questo momento ma non scorderà mai Beatrice e i suoi capelli rossi.
Questo romanzo è pieno di tematiche, tra cui: l’amore, l’amicizia, il rapporto con genitori, professori, le malattie e Dio. 
I personaggi principali sono: Leo, un ragazzo di sedici anni che ama il calcio, la musica e Beatrice; Beatrice, la ragazza di cui è innamorato Leo; il sognatore, il prof di Leo, tutti i prof sono per definizione sfigati ma lui è diverso; Silvia, la migliore amica di Leo, nonché innamorata di lui; Niko, un amico di Leo che condivide con lui anche la passione per il calcio.

martedì 23 marzo 2021

La Casa di Carta

 Una delle serie più vista e amata su Netflix è la casa di carta, anche detta casa de papel, una serie tv spagnola, ideata da Alex Pina, già in produzione dal 2017.

Arriva in Italia, su Netflix, il 20 dicembre 2017 con la prima stagione che comprenderà 13 episodi.

La seconda stagione che comprenderà 9 episodi uscirà il 6 aprile 2018; la terza e quarta stagione, entrambe di 8 episodi, usciranno il 19 luglio 2019 e il 3 aprile 2020. 

La casa di carta ha attirato centinaia di migliaia di spettatori in tutto il mondo, grazie soprattutto alla trama, che narra la storia di una rapina progettata da un intelligentissimo professore, che recluta dapprima 8 personaggi, tutti con nomi di città, con precedenti penali, per fargli guadagnare milioni di banconote. Nel corso della storia molti membri della banca moriranno, ma se ne aggiungeranno altrettanti, soprattutto partendo dalla 3 stagione. 

Simbolo dei membri della banda sarà la maschera di Dalì, dapprima utilizzata per non farsi riconoscere, e in seguito utilizzata come simbolo di resistenza.

Nella prima e nella seconda stagione i membri delle squadra dovranno rapinare la zecca di Spagna, con il singolo scopo di stampare milioni di banconote. 

Nella terza, quarta e quinta stagione, invece, la banda rapinerà la Banca di Spagna, per rubare l’oro e per aiutare Rio, uno dei membri della banca, catturato dalla polizia. 

La serie viene a volte narrata da Tokyo, una dei protagonisti della banda, se non la più importante. 

La quinta ed ultima stagione uscirà a breve su Netflix Italia, anche se non si sa ancora la data precisa. I fan della serie si aspettano un finale travolgente e sperano di non restare delusi.

Intanto, la serie nel corso degli anni, ha ottenuto moltissimi premi come ad esempio

 l’ International Emmy Award e il  Fotogramas de Plata nel 2018, il premio Iris e il  Festival of Television and Radios of Vitoria nel 2017. 








Il vaccino mRNA messaggero


 Appena un anno fa, poche persone al di fuori di una piccola rete di scienziati e aziende avevano sentito parlare di vaccini a mRNA. Oggi milioni di persone ripongono le loro speranze in queste immunizzazioni basate sulla genetica, che sono diventate il fulcro della lotta contro COVID-19. Ma le carenze nei rifornimenti e nei materiali necessari per la produzione dei vaccini potrebbero portare a una scarsità diffusa, dicono alcuni scienziati.

Le prime dosi di vaccini per COVID-19 a mRNA hanno iniziato ad arrivare negli ospedali degli Stati Uniti e di diversi altri paesi a dicembre. Una questione fondamentale è quanto velocemente le aziende che li preparano possano aumentare la produzione per soddisfare la domanda globale.

Questa è la prima volta che i vaccini a mRNA sono stati autorizzati per l'uso al di fuori degli studi clinici. Essi agiscono ingannando le cellule del corpo stesso affinché producano una proteina virale che stimola le reazioni immunitarie contro l'infezione. Gli Stati Uniti finora hanno concesso l'autorizzazione d'emergenza a due vaccini per COVID-19 prodotti dalle aziende farmaceutiche Pfizer e BioNTech e dalla società biotecnologica Moderna, basati entrambe sull'mRNA. Una terza società chiamata CureVac, con sede a Tubinga, in Germania, ha attualmente un vaccino a mRNA in studi clinici di fase avanzata.

Alla fine di dicembre, l'amministrazione Trump ha raggiunto un accordo con Pfizer per fornire 100 milioni di dosi aggiuntive agli Stati Uniti entro la fine di luglio, con il risultato di raddoppiare la quantità originariamente commissionata dal governo.

martedì 9 marzo 2021

La giornata delle donne

La Giornata internazionale dei diritti della donna ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in molte parti del mondo. Viene associata alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne istituita il 17 dicembre 1999 e che cade ogni anno il 25 novembre. Questa celebrazione si tiene negli Stati Uniti d'America a partire dal 1909. In alcuni paesi europei dal 1911 e in Italia dal 1922. Specialmente in passato e ancora oggi dall'Unione donne italiane e nell'accezione comune viene chiamata Festa della donna anche se è più corretto Giornata internazionale della donna, poiché la motivazione non è la festa ma la riflessione. Il VII Congresso della II Internazionale socialista si tenne a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907 e vi parteciparono 884 delegati di 25 nazioni. In quella sede vennero trattati, oltre al problema dell'atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea e al tema del colonialismo, anche la questione femminile e la rivendicazione del voto alle donne. Su quest'ultimo argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a lottare energicamente per l'introduzione del suffragio universale delle donne, senza allearsi con le femministe borghesi che reclamavano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne. Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta, Die Gleichheit, divenne l'organo dell'Internazionale delle donne socialiste. Le celebrazioni furono interrotte in tutti i paesi belligeranti negli anni seguenti allo scoppio della prima guerra mondiale, avvenuto nel luglio 1914, così come venne cancellato il congresso della Seconda Internazionale previsto a Vienna tra il 23 e il 29 agosto di quell'anno, in concomitanza del quale si sarebbe dovuta svolgere anche la terza Conferenza internazionale delle donne socialiste. A San Pietroburgo, l'8 marzo 1917 le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo ormai completamente screditato e privo anche dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della Rivoluzione russa di febbraio. Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell'apertura del III congresso dell'Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la «Giornata internazionale dell'operaia». In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d'Italia, che la celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna, che il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin, scomparso l'anno precedente, che ricordava l'otto marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.

Videogiochi cattivi maestri ?

Secondo Gustavo Pietropolli Charmet, professore di Psicologia dinamica all'Università Bicocca di Milano, «i bambini di oggi sono molto tecnologici, sviluppano grandi competenze in questo campo sin da piccoli, proibire loro l'uso dei videogiochi è un'assurdità. Non si può proporre loro di giocare con la fionda, ma di allinearsi con i tempi e vivere la contemporaneità. Le apprensioni dei genitori verso i videogiochi sono comprensibili ma infondate. Al contrario, dovrebbero avvicinarsi alle nuove tecnologie, farsi spiegare dai figli come funzionano e che cosa li stimola maggiormente. La presenza dei grandi resta fondamentale nella scelta dei videogiochi, per privilegiare quelli con potenzialità creative »Un sondaggio effettuato negli Stati Uniti rivela che quasi tutti gli adolescenti americani videogiocano su computer, console e telefonino; è così anche in Italia? «La situazione è sovrapponibile, è un linguaggio generazionale da condividere con i coetanei, un nuovo modo per farsi degli amici. Videogiochi e social network consentono di rimanere in contatto con amici, virtuali e reali, e di stabilire nuovi legami al di fuori della famiglia, magari con persone che vivono in luoghi lontani con le quali scambiarsi confidenze. Un passaggio fondamentale per la crescita. Non solo: i videogiochi contribuiscono allo sviluppo di importanti facoltà, come la rapidità di riflessi, la creatività della mente e la capacità di coordinazione. » Esiste un limite di età e di tempo da dedicare a queste attività? «Non prima dei 6-7 anni. Quanto al tempo, la scelta è soggettiva: i ragazzini di oggi sono molto impegnati tra scuola, corsi di lingue e attività sportive, di hanno poco. Due ore al giorno è un tempo ragionevole per sviluppare apprendimento e socializzazione. Secondo Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo all'Università La Sapienza di Roma, «sono diversi anni che si conducono studi sugli effetti di queste tecnologie sui bambini, ma non si può generalizzare. Prima di tutto bisogna considerare l'età: quello che può funzionare per un bambino di 9-10 anni può essere invece contro troproducente per uno che ne ha meno di 7. Un bambino che passa molte ore davanti a un computer qualche rischio lo incontra . I piccoli devono giocare nel mondo reale e non considerare il videogioco come esclusivo compagno di giochi, per non isolarsi. » Un recente studio condotto dal professor James Paul Gee dell'Arizona State University sostiene che i videogiochi ottimizzano l'apprendimento. Che cosa ne pensa? «Dipende dal gioco. Gli scacchi, per esempio, sono istruttivi perché aiutano a svilup- pare la creatività in ambito letterario, grafico-artistico e musicale. Altri sono violenti e, di conseguenza, possono scatenare comportamenti aggressivi o di simulazione, come testimoniano di- versi episodi di cronaca. Per questo, i genitori devono vigilare e soprattutto coinvolgere i ragazzini in altre attività, come sport o giochi di gruppo. Senza nulla togliere al mondo virtuale, la realtà continua a essere una buona palestra per lo sviluppo cognitivo ed emotivo. Gli anni dell'infanzia sono fondamen- tali la crescita dell'intelligenza sociale, che non avviene davanti a uno schermo. Il rischio è che si crei una dipendenza, che il bambino si isoli dalla realtà esterna, preferisca giocare da solo e abbia poi difficoltà a rapportarsi con il mondo reale. »

Il giovane Holden

Il giovane Holden è un romanzo del 1951, scritto da Jerome David Salinger. J.D. Salinger, è stato uno scrittore statunitense nato l’1 gennaio 1919 e morto il 27 gennaio 2010; Diventato famoso proprio grazie al suo celebre romanzo “il giovane Holden”. Questo romanzo narra di un ragazzo, Holden Caulfield, narratore e protagonista delle vicende. Il tutto si apre con Holden che guarda la sua ultima partita di football da una collinetta, dal momento che è stato cacciato dalla Pencey per la sua condotta e i voti bassi. Dopo la partita torna in camera ma lascia la scuola prima del dovuto, anche se non potendo tornare a casa prima di mercoledì, per non voler essere presente quando arriverà la lettera dalla scuola ai genitori, Holden si reca a New York ed è costretto a passare tre giorni in giro, tra alberghi, night club e bar. La prima sera per non restare solo va al locale di Ernie, un pianista, dove incontra una vecchia amica di suo fratello che lo invita a stare con lei e il suo accompagnatore, ma Holden declina l’invito e torna in albergo dove Maurice, l’addetto all’ascensore gli combina un incontro con sunny. La seconda sera, dopo aver lasciato l’albergo, la trascorre inizialmente con una vecchia amica, sally Hayes con cui l’incontro non finisce molto bene; allora chiama un altro vecchio amico, Carl luce, un intellettuale con cui scambia due parole per breve tempo a causa di un impegno che aveva Carl. Una volta che Carl va al suo impegno, Holden ormai ubriaco inizia a girovagare per New York e dopo Un po’ decide di andare a casa dei genitori per rivedere la sua sorellina phoebe. Dopo che i due parlano e ballano, phoebe sente rientrare i genitori e Holden si nasconde per poi uscire di nascosto. Dopo essere uscito di casa chiede ospitalità ad un suo vecchio prof, con cui ha mantenuto i rapporti, Antolini e nonostante l’orario lui lo fa andare tranquillamente a casa sua. A casa di Antolini i due tengono una chiacchierata interessante, sul chiarirsi e capire la misura delle proprie idee e ambizioni ma quando Holden nel mezzo della notte si risveglia con il prof che lo accarezza, imbarazzato inventa delle scuse e va via passando il resto della notte alla stazione dove aveva precedentemente lasciato i bagagli. Dopo tutto ciò decide di lasciare la città, abbandonare la società e trasferisti in una casetta vicino un bosco ma quando va per salutare la sorellina prima di partire finiscono per litigare e lei in un primo momento arrabbiata non parla con Holden ma dopo un po’ di tempo e un giro alle giostre finiscono per fare pace e Holden decide di non partire più e tornare a casa; il romanzo finisce con la figura felice di Holden che guarda zuppò di pioggia la sorellina sulle giostre e poi nelle ultime pagine si fa riferimento alla malattia di cui poi più avanti morirà. La vicenda inizia in medias res alla pencey, una scuola ad Argestown in Pennsylvania, circa una settimana prima del Natale 1947 e finisce a New York. Le tematiche trattate in questo romanzo sono: le ambizioni di Holden e la solitudine e depressione causate dal modo di pensare e agire del ragazzo. Il linguaggio che è stato utilizzato è semplice e pieno di ripetizioni, lo stile è giovanile e sono presenti flashback e similitudini. È un libro dalla trama avvincente e significativa, con una storia davvero molto interessante.