martedì 13 dicembre 2016

Recensione Sword Art Online

Sword Art Online, è una serie di romanzi scritti da Rei Kawahara che narra, in un futuro prossimo, la storia di un ragazzo : Kazuto Kirigaya intrappolato dentro un particolare videogioco, un VRMMORPG ovvero un gioco di ruolo basato sulla realtà virtuale, tutti i comandi vengono importati dal cervello del giocatore grazie ad un particolare casco : il NerveGear che all'inizio della sessione, manda in un leggero coma l'utente e capta tutti i suoi impulsi cerebrali. Per comandare il personaggio basta pensare nella vita reale, una invenzione molto geniale e intuitiva... Ma Kirito, ovvero Kazuto sotto il suo Nickname, quando, al termine della prima sessione, cerca di uscire dal gioco, nota che il pulsante di Log-Out scompare, qualche minuto dopo tutti i giocatori si ritrovano teletrasportati nella piazza principale dove il creatore del gioco, Akihiko Kayaba, espone le sue vere intenzioni e lo scopo del gioco. Il mondo di Sword Art Online non è un gioco, tutto il dolore che si prova è reale e soprattutto se muori nel gioco muori anche nella realtà, e l'unico modo per uscire dal gioco è quello di superare tutti i 100 livelli, chiamati piani, se per caso però il casco verrà rimosso con forza dal mondo esterno, una serie di radiazioni friggerà il cervello dell'utente, portando così alla morte instantanea. Chi riuscirà a finire il gioco verrà riconosciuto come vincitore di Sword Art Online e libererà tutti i giocatori da questa trappola mortale e dal coma in cui sono imprigionati tutti i partecipanti. Sword Art Online, o SAO, ha avuto numerosi riadattamenti, l'originale è una serie di Light Novel ma sono stati creati dallo stesso autore anche Manga e Anime, ovvero le controparti disegnate e animate del romanzo
Sword Art Online con la sua trama intrigante, la caratterizzazione psicologica dei personaggi e diversi valori morali riesce a suscitare emozioni fortissime persino al più freddo dei cuori. Personalmente lo considero un' importante opera nella letteratura moderna e per i valori che tramanda è anche abbastanza educativo. Consiglio vivamente a tutti di leggere la saga o prendere visione dell'Anime

Cordiali saluti,
Nino | piazzanino2000@hotmai.it

Andrea Camilleri: La danza del gabbiano


Personaggi: Salvo Montalbano, Catarella, Mimì Augello, Livia, moglie di Fazio, Fazio;
Genere:racconto; sottogenere: giallo, poliziesco;
Luogo e tempo: Vigata ai giorni nostri.
Linguaggio e stile: registro basso con molti termini in dialetto siciliano.

Il romanzo de "La Danza del Gabbiano", scritto dallo scrittore siciliano Andrea Camilleri, è il quindicesimo avente come protagonista il commissario Montalbano.
Montalbano, dopo essersi svegliato, esce in terrazza per il solito caffè, quando la sua attenzione viene attirata da un gabbiano che, prima di morire spiaggiato compie un inconsueto ballo. Perplesso, Montalbano si veste e si reca all'aeroporto di "Punta Raisi" per andare a prendere la compagna Livia con la quale hanno deciso di trascorrere una vacanza in Val di Noto. Montalbano, però decide prima di andare a riordinare le carte in ufficio e di rientrare per le 16:00. Al suo arrivo in ufficio, chiama  i suoi uomini più fidati a colloquio; si presentato tutti, tranne il puntulale ispettore Fazio, collega e amico del commissario. Quest'ultimo, mentre si accingeva ad uscire dal commissariato, riceve la visita della moglie di Fazio, la quale riferisce al commissario che il marito non è tornato a casa per sera e che non risponde al cellulare e inoltre aggiunge di aver sentito che doveva recarsi al porto per incontarsi proprio con Montalbano. Il commissario così come da mestiere, riesce a consolare la povera donna e comincia subito le indagini, trattenendosi più del dovuto in commissariato e dimenticandosi completamente dell' appuntamento con Livia. Aiutato dal goffo collega Catarella, dal suo vice Mimì Augello e persino dagli iprevisti burocratici, Montalbano si reca al porto di Vigata per le prime indagini, anche se poi il vero aiuto glielo fornisce il suo amico giornalista che lo condurrà da un pregiudicato, che afferma di aver visto Fazio sui sentieri della montagna Scibetta, dove veniva preso a pugni. Immediatamente, il commissario sposta le indagini lì sulla montagna, dove si trovano tre pozzi, che Montalbano fa controllare dai Vigili del fuoco. Nel 1º i pompieri ritrovano un primo cadavere, che dopo gli accertamenti, risulta non essere Fazio, nel 2º niente e nel 3º un 2º cadavere, che secondo Montalbano appartiene ad uno degli aggressori di Fazio; quindi anche lui doveva trovarsi da qualche parte nel bosco, nascosto. Montalbano, con Augello si recano in una galleria con l' auto di servizio, dove ricevono dei colpi di pistola provenienti da una piazzuola lì vicino. Così i due agenti coperti dalla loro auto, si spostano cautamente verso la piazza, e fu lì che Montalbano vide proprio Fazio che era reduce di un colpo alla testa e di perdita della memoria. Fazio continuò a sparare ai due agenti che però con un colpo secco lo atterarono. Con l'arrivo dell'ambulanza sul posto, l'ispettore Fazio viene portato in ospadale e curato, e grazie al suo aiuto, Montalbano riesce a catturare i malviventi che lo avevano rapito. L'episodio si conclude con il ritorno di Livia a Vigata, che finalmente, riesce a fare la tanto attesa vacanza con il commissario.

Cordiali saluti
Michele Simplicio, 3ªB

Recensione "Assassin's Creed"


"Assassin's Creed Rinascimento" è uno della famosa serie di romanzi di Oliver Bowden, pseudonimo di Anton Gill, esperto storico.
Firenze, 1476. Ezio Auditore ha diciassette anni, è figlio di un ricco banchiere alleato dei Medici, e trascorre molto del suo tempo assieme agli amici, tra divertimenti e bravate. Non ha un problema al mondo, e si gode la vita. Ma quella giovinezza spensierata termina bruscamente quando la sua famiglia viene ingiustamente accusata di aver cospirato ai danni del governo. Suo padre e i suoi fratelli vengono giustiziati dopo che Uberto Alberti, un magistrato corrotto alleato dei Pazzi, distrugge le prove che inchiodano i veri responsabili. Solo Ezio, miracolosamente, riesce a sfuggire alla cattura. All'improvviso, è costretto a diventare adulto: deve nascondersi, difendersi, proteggere la sorella e la madre. Ma vuole vendetta. Si rifugia dallo zio a Monteriggioni, il borgo fortificato in alta Toscana, e scopre così che il padre era in realtà membro della setta degli Assassini, che da secoli si contrappongono ai Templari, dove militano sia i Borgia sia i Pazzi. Da quel momento e per molti anni Ezio si aggira per l'Italia, silenzioso e invisibile ma non privo di amici, per uccidere a uno a uno i Templari, di cui il padre gli ha lasciato una lista; è aiutato da Leonardo da Vinci, che costruisce per lui armi sofisticate, e da Niccolò Machiavelli, anch'egli membro dell'ordine degli Assassini.
La storia narrata nel libro viene poi ripresa nel videogioco ad essa ispirato, che segue passo passo la storia raccontata nelle diverse pagine, approfondendo anche i diversi aspetti talora accennati.

Cordiali saluti
Vincenzo Atria

mercoledì 7 dicembre 2016

IO NON HO PAURA è un romanzo breve in cui si narrano in prima persona le
avventure giovanili e le difficoltà di un bambino. La storia è ambientata
nel 1978 ad Acqua Traverse, un piccolo paese di campagna; il protagonista è
Michele Amitrano, un bambino che a nove anni, entrando dentro una casa
abbandonata scoprirà uno spaventoso segreto. Può essere considerato un
romanza di formazione in quanto le difficoltà diventano per il piccolo
Michele occasione di crescita, di un'esperienza importante che segnerebbe
la vita di chiunque. Io non ho paura è la forza di un bambino che non
ascolta i genitori pur di ottenere ciò che pensa sia giusto, è la forza
dell'amicizia, ma saranno proprio i momenti tristi e difficili a far
crescere e maturare Michele. Il linguaggio è semplice e lineare.  Il
susseguirsi di fatti rende le emozioni forti e vive. È quel romanzo che
segna il confine tra l'infanzia e l'età adulta.

Cordiali saluti,
Vito Musacchia 3D

giovedì 1 dicembre 2016

IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI
Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e
quelle degli altri. Soprattutto ha paura di amare e lasciarsi amare. C'è un
solo posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio: è il suo
giardino segreto nel parco pubblico di Potrero Hill, a San Francisco. I
fiori, che ha piantato lei stessa in questo angolo sconosciuto della città,
sono la sua casa. Il suo rifugio. La sua voce. È attraverso il loro
linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde. La lavanda
per la diffidenza, la rosa bianca per la solitudine. Perché Victoria non ha
avuto una vita facile. Abbandonata fun da piccola, ha passato l'infanzia
saltando da una famiglia adottiva ad un'altra. Fino all'incontro
sconvolgente con Elizabeth, l'unica vera madre che abbia mai avuto, la
donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori. E adesso è
proprio grazie a questo dono che Victoria ha preso in mano la sua vita: ha
diciotto anni ormai e lavora come fioraia. I suoi fiori sono tra i più
richiesti della città, regalano la felicità è curano l'anima. Ma Victoria
non ha ancora trovato il fiore adatto a rimarginare le sue ferite. Perché
il suo cuore si porta dietro una colpa segreta. L'unico in grado di
estirparla è un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei. Solo lui
può levare questo peso dal cuore di Victoria. Solo lui può prendersi cura
delle sue radici invisibili. Solo così il cuore più acerbo della rosa
bianca può diventare rosso di passione.
Sofia Malerba 2^D

Cordiali saluti,


Bianca come il latte e rossa come il sangue" è uno dei film di Giacomo
Campiotti che è stato capace di commuovermi. Il protagonista,Leo si
è innamorato di una ragazza più grande di lui,ma l'amore nei suoi confronti
non è corrisposto. Un giorno viene a sapere che Beatrice, la sua amata, è
affetta da una grave forma di leucemia.Invaso da una grande rabbia Leo
decide di andar a trovare la ragazza in ospedale e vendendola sofferente
decide di donare il suo midollo per salvarla, ma quando ne parla ai suoi
genitori,questi non glielo permettono. Decide cosi di falsificare  la
firma per l'autorizzazione dei suoi genitori con l'aiut dalla sua migliore amica,che è
innamorata di lui.  Dopo aver effettuato un prelievo scopre che il suo
midollo osseo non è compatibile, ma la sua azione non è stata inutile,ha
salvato la vita di una donna, madre di famiglia, aspettata a casa dai suoi
figli. Nonostante la paura dell'operazione è felice di aver donato il suo
midollo. Uscito dall'ospedale consigliato dal supplente d'italiano , Leo va a
trovare la ragazza a casa,per farle trascorrere  bei momenti .
Con il passare del tempo la salute della ragazza peggiora e così per non
farlo soffrire decide di allontanarlo. Ogni giorno Leo la chiama per sapere
come sta,ma la maggior parte delle volte la ragazza non risponde,dopo che
viene a sapere della morte di Beatrice dalla sua migliore amica si reca a 
casa sua dove la madre gli consegna un diario,scritto dalla figlia
durante il periodo della malattia. Il film si conclude con la morte di
Beatrice e il bacio tra Leo e la sua migliore amica.
  Mi è piaciuto questo film perchè non parla solo della vita quotidiana di
un ragazzo che va a scuola come tutti gli altri , ma parla principalmente
del coraggio di questo ragazzo , che nonostante la paura dona il suo
midollo anche senza il consenso dei genitori salvando una vita e che vuole
rendere indimenticabili gli ultimi momenti della ragazza malata.
Noemi Asaro 1B

lunedì 28 novembre 2016

I BAMBINI DEI FIORI DI CARTA: Sarah Maestri.


Questo è un libro autobiografico in cui si parla della vera storia di Sarah
Maestri. Sarah, ha vissuto per molti anni nel reparto oncoematologico
dell'ospedale  San Matteo di Pavia, in quanto, già all'età di tre anni le
diagnosticarono una grave malattia emolitica.  Vedeva ogni giorno
bambini/e, ragazzi/e e persino adulti con gravissime malattie.
Tutti i giorni le venivano fatti degli esami di sangue per controllare
l'andamento della malattia. Non ha mai versato una lacrime per tutto ciò.
Sarah custodisce solo dei ricordi felici. La malattia vista dagli occhi di
una bambina così piccola, si trasformò per lei come un gioco; proprio per
questo motivo nel libro non viene scritto che soffriva, anzi viveva ogni
giorno come se fosse stato l'ultimo.
La sua infanzia e la sua  malattia, le insegnano ad apprezzare il dono che
le è stato fatto:la vita.
Sarah, si è trovata ad affrontare sfide e difficoltà, sia sul piano
esistenziale, che su quello professionale, ma lei ha vinto tutte le sfide
una dopo l'altra. Oggi, ha realizzato il suo grande sogno di diventare
attrice e quello di essere madre.
Emanuela Falcetta 1 B

domenica 27 novembre 2016

RAGAZZI DI CAMORRA


Antonio è un ragazzino di soli 12 anni che vive a Scampia, quartiere difficile di Napoli. Temendo di perdere a causa dei servizi sociali anche il figlio Antonio, la madre, ormai vedova e in condizioni di povertà, manda il figlio a vivere da Letizia, sorella di Antonio. Qui il cognato Bruno, un malavitoso del quartiere Scampia, spinge Antonio, attraverso violenze e percosse, verso la criminalità organizzata per cominciare la carriera di " moschillo", giovane camorrista. Una carriera fatta di spaccio, furti, estorsioni e rapine. ma Antonio spera e sogna un'altra vita e così, iniziando a frequentare Arturo, un insegnante che tenta di diffondere la cultura della legalità nel quartiere, Antonio scopre quell' infanzia che gli è stata rubata dal cognato. La camorra però non accetta di perdere uno dei suoi ragazzi e così incendia il centro ricreativo curato da Arturo, ma il ragazzo trova ugualmente il coraggio di cambiare vita e fugge, ritornando dalla madre. Con un po' di fortuna lui e la madre potranno farcela.
Questo è un libro che introduce l'ambiente malavitoso senza esporsi esageratamente in scene violente. Lo consiglio perchè aiuta i ragazzi ad approcciare il problema mafia, attraverso una storia coinvolgente.
Francesco Lo Piano 2^B

Cordiali saluti,
Francesco Lo Piano 

giovedì 24 novembre 2016


"Tutti volevano credere che si potesse amare per sempre" dice il grande
autore statunitense Nicholas Sparks che ha fatto impazzire il mondo intero
con i suoi romanzi, forse perché i suoi ambienti e personaggi sono davvero
originali e il suo modo di scrivere colpisce molti adolescenti.  Nato nel
North Carolina, ha cominciato a scrivere fin da ragazzo prendendo ciò come
un gioco, invece poi questo gioco di cui tanto parlava si è rivelato come
un vero e proprio lavoro.
"The best of me" poi tradotto in Italiano e in altre 40 lingue è stato il
suo più grande capolavoro perché tratta di una storia un po' diversa dalle
altre che troviamo in giro.
Nella piccola cittadina di Oriental, nel North Carolina, da quelle parti
tutti conoscono la storia dei Cole, la famiglia di Dawson, una vera e
propria dinastia di piccoli delinquenti, a partire dal padre e dagli zii,
per finire ai numerosi cugini maschi, cresciuti in un ambiente violento e
selvaggio. Ma Dawson è diverso. Figlio di una madre sconosciuta, presto
decide di sfuggire alle violenze di suo padre e dei suoi cugini maggiori
per andare a vivere in un vecchio garage in cui poi conoscerà Tuck e da lì
cambierà la sua vita. Tuck è un uomo solo e taciturno, un uomo onesto e
sincero, rispettoso semPre del prossimo  che, purtroppo non ha molto da
offrire a quel ragazzino scappato di casa, ma ogni tanto gli lascia
riparare qualche vecchia auto e gli cucina un bel piatto di minestra.
I due uomini non hanno mai fatto delle lunghe chiacchierate, ma si sono
sempre capiti fino in fondo, anche con un solo sguardo, forse perché erano
tanto uguali che riuscivano a capirsi subito.
Lo stesso ha fatto Amanda, figlia di ottima famiglia, la più bella ragazza
di Oriental, dolce ma allo stesso tempo misteriosa. Lei mescolerá la sua vita
con quella di Dawson, riuscendo a costruire una dolce storia d'amore che li porterà
dall'essere incredibilmente due adolescenti ad essere due adulti
che credono nell'amore.
"È davvero impressionante come possa essere misteriosa ma nello stesso
tempo coinvolgente questa storia d'amore!" dice l'autore in una recente
intervista. Tra le pagine di questo romanzo vediamo come un amore che nasce
dal nulla riesca a crescere anche nelle situazioni più difficili, vediamo
due giovani disposti a rinunciare a tutto pur di stare insieme, la
sofferenza e la malinconia che distruggerà i loro cuori contro la loro
stessa volontà.
Sarà la morte del vecchio Tuck, a distanza di venticinque anni dal loro
addio, a riportare i due ragazzi, ormai adulti, nei luoghi dove si sono
innamorati e a rivivere le emozioni e le paure, elici di essere
insieme. Sarà una lunga lettera di Tuck a rompere il ghiaccio, un’eredità
che nessuno si sarebbe mai aspettato e che, come dice Sparks, forse
cambierà le loro vite per sempre.
Alessandra Rallo, 2^B

Cordiali saluti,
Alessandra Rallo |

"Annie-la felicità è contagiosa"
Annie-la felicità è contagiosa è un film che ho visto in lingua inglese ,del regista Will Gluck.
L'attrice che interpreta Annie è Quvenzhané Wallis.
Il genere di questo film è drammatico, commedia e musicale. Il primo motivo per cui mi è piaciuto molto è stato proprio i generi che variano da scene drammatiche a  scene di commedia, il secondo è la trama.
Questo film parla di una bambina di nome Annie Bennet, che all'età di 4 anni viene abbandonata dalla famiglia e gli unici ricordi che le rimane è un ciondolo, che le viene dato per poterla riconoscere anche dopo anni e un biglietto con scritto l'indirizzo dove l'avrebbero ripresa, dive lei si reca tutte le settimane. La bambina inizialmente finisce in una casa famiglia  e dopo viene affidata alla signorina Hannigan , che ha già 4 figlie.
Annie un giorno correndo per strada, stava per essere investita ma viene salvata da un miliardario di nome Will Stacks (candidato sindaco) che decide di prenderla e di portarsela con se per poter avere più voti. La bambina racconta la sua storia a Will che si affeziona e vorrebbe adottarla. I suoi perfidi  assistenti Guy e Rose saputa la notizia, decidono di fingere di aver ritrovato  la famiglia, a cui viene affidata la bambina. Successivamente si scopre che lo avevano fatto per avere dei soldi da Stacks. Dopo aver inseguito quella famiglia per New York riescono a salvare Annie, che viene adottata dal miliardario.
 
Silvia Zarzana IB


lunedì 21 novembre 2016

Animali fantastici e dove trovarli


"Animali Fantastici e dove trovarli" è un film prodotto dalla Warner Bros,
scritto da J. K. Rowling, una scrittrice britannica. Il regista è David
Yates.
Il film, ambientato nella New York del 1926, parla di un Mago, Newt
Scamander, britannico andato a New York con lo scopo di liberare uno dei
suoi tanti animali nel suo habitat naturale: l'Arizona. Infatti il
protagonista possiede una valigia che apparentemente sembra normale, ma che
in realtà è piena di animali fantastici di qualsiasi genere, dal più al
meno pericoloso. Una volta arrivato a New York coinvolge nei caos che
combinano i suoi animali un No-Mag (Non Mago) di nome Jacob Kowalski che
scambia la sua valigia con quella del protagonista da cui poi fa uscire
involontariamente quattro animali. Una Maga del MACUSA (il Magico Congresso
degli Stati Uniti d'America), Tina Goldstein, scopre che Newt aveva dentro
la valigia delle bestie fantastiche, illegali in America. Così decide di
aiutarlo a ritrovare il No-Mag e ad uscire dai guai. Dopo tante peripezie
riescono a catturare tutti gli animali usciti dalla valigia, ma sorge un
secondo problema. Durante le loro ricerche un Mago del MACUSA, Percival
Graves, scopre che in città già da tempo gira una delle creature più
pericolose al mondo: l' Obscurus, che può essere creato da un bambino con
poteri magici che ha paura di essere scoperto dai No-Mag. Così chiede aiuto
ad un ragazzo che poi si rivela essere il bambino che ha creato la
creatura. Grazie a Newt e ai suoi animali ritorna la pace nella città e
Percival Graves, che voleva sfruttare il ragazzo ed il suo Obscurus per
scopi malvagi, viene imprigionato. Inoltre tutti i Newyorkesi, tra cui
Jacob, dimenticano ciò che è successo e tornano alla loro vita quotidiana.
Newt torna in Inghilterra e promette a Tina di ritornare a New York. Così
si conclude questa meravigliosa avventura.
Infine vorrei dire che questo film è molto bello. Pieno di avventura,
fantasia e magia e consiglio a tutti di vederlo.
Laura Caracci, 1^B

Io prima di te

Io prima di te è un film  inglese, il titolo originale è "Me
Before You". È stato pubblicato nel 2016 da Thea Sharrock, tratto dal libro
di Jojo Moyes, il paese di produzione è il Regno Unito, è di genere
drammatico,sentimentale e la durata è di 110 minuti.  Gli attori principali
sono Sam Claflin e Emilia Clarke. Luisa Clark è una ragazza che vive in una
campagna inglese. Ha 26 anni e passa da un lavoro ad un altro per aiutare
la sua famiglia. Lei è una ragazza di buonumore fino a quando non le
viene offerto un lavoro come assistente di Will Traynor, un giovane
banchiere ricco finito sulla sedia a rotelle per un incidente che ha
cambiato totalmente la sua vita. Louisa non sa che questo incontro le
cambierà la vita. Inizialmente il loro rapporto sarà molto difficile, Will appare
arrogante con lei, la mette in difficoltà e non lo sopporta, ma non vuole
lasciare questo lavoro per poter aiutare economicamente la sua famiglia e
perché scopre di avere una piccola cotta per lui. Con il tempo tra loro due
il loro legame cambierà, fino a quando la ragazza scopre il motivo per cui
è stata assunta: cercare di far cambiare idea a Will che stanco di stare su
una sedia a rotelle senza poter godere più della vita, vuole trovare la
morte. A me questo film è piaciuto moltissimo perché racconta non solo una
storia d'amore, ma anche di Louisa che nonostante la sua allegria cerca di
convincere Will a non morire e a vivere la vita per com'è, malgrado le sue
situazioni sfavorevoli. Una frase che mi è piaciuta molta è questa:" Vivi
con coraggio. Vivi bene. Ma vivi". Questa è una frase che Louisa dice a
Will.
Morena Petralia IB

Robinson Crusoe



Daniel Defoe nasce in un piccolo borgo londinese nel 3 aprile del 1660.
Figlio di mercante, voleva diventare un avvocato e dedicarsi agli
affari, andando contro la volontà del padre.Decide di frequentare
l'università di Stoke Newington, dove non intraprende studi classici, ma
bensì discipline quali geografia, economia e lingue straniere. Intorno al
1703 modifica il suo cognome, da "Foe" al più aristocratico "Defoe". Nel
1718 pubblica uno dei suoi più famosi romanzi:"Robinson Crusoe". Lo scopo
dello scrittore era quello di farsi capire e che il popolo considerasse le
sue storie vere, per avere maggiore fama. Il protagonista del romanzo ,
Robinson, amante del viaggio e dell'avventura decide un giorno di
intraprendere un lungo viaggio.Da prima schiavo di pirati,la nave su cui
viaggiava finisce col naufragare. Robinson è l'unico del suo equipaggio a
salvarsi.Per 28 lunghi anni, tenta la sopravvivenza, costruendo un rifugio
e dedicandosi all'agricoltura. Sulla " sua " isola il protagonista crea una
croce, dove indica il giorno in cui è arrivato e il passar del tempo. A
seguito di una violenta febbre, Robinson cerca nuovamente contatto con Dio,
non perdendo la speranza. Durante la sua permanenza sull'isola viene anche
a scoprire che dei pirati maltrattavano i loro schiavi, tra
questi "Venerdì ". Il romanzo finisce con il ritorno di Robison a Londra,
grazie all'aiuto di Venerdì e di suo padre,dove viene a sapere della morte
della sorella e del fratello. Quello di Defoe è uno dei romanzi più belli
che abbia mai letto,non solo perché è carico di colpi di scena, ma anche
perché mi fa capire che tutto è possibile, basta volerlo.
Giuseppe Asaro 1B

venerdì 18 novembre 2016

"COSE CHE NESSUNO SA" DI ALESSANDRO D'AVENIA


Alessandro D'Avenia (Palermo, 2 maggio 1977), è uno scrittore, insegnante e sceneggiatore italiano. Dal 1990 frequenta il liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo, dove incontra padre Pino Puglisi che insegnava religione nello stesso istituto e dalla cui figura viene fortemente influenzato, così come da quella dell'insegnante di lettere. Nel 2000 si laurea in lettere classiche alla Sapienza di Roma. Successivamente frequenterà la scuola di specializzazione per l'insegnamento secondario; attualmente è professore di greco e latino in un liceo classico. La sua attività di scrittore inizia contemporaneamente a quella di insegnante. Il romanzo d'esordio Bianca con il latte rossa come il sangue esce nel 2010. Il secondo titolo di D'Avenia è Cose che nessuno sa, pubblicato nel 2011 e tradotto in altre otto lingue. Nel 2014 esce il suo terzo romanzo "Ciò che inferno non è". Nel 2016 esce il suo quarto romanzo "L'arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita". Uno dei romanzi che ho letto è "Cose che nessuno sa". Il libro racconta la storia di Margherita, una ragazza di quattordici anni che sta per varcare il corridoio della nuova scuola: il liceo. Lei vive insieme ai suoi genitori e al fratellino Andrea, ma importante nella sua vita è anche la nonna Teresa. Nel prologo del libro Margherita sta raccontando tutte le sue ansie e paure al padre, lui la rasserena e gli dice che potrà contare sempre sul suo aiuto e sul suo sostegno. Ma è proprio lui che qualche giorno prima dell'inizio della scuola con un messaggio in segreteria abbandona la famiglia. Da quel giorno Margherita non sarà più la stessa. Ma proprio grazie a questa esperienza intraprenderà un viaggio verso la maturità. Purtroppo però questa volta l’aiuto della nonna Teresa, della madre e degli amici non basterà a Margherita. Sarà proprio all’interno dell’ambito scolastico che gli giungeranno voci in grado di aiutarla: quella del nuovo professore di italiano. Lui grazie alle lezioni sull’Odissea, e in particolare grazie alla storia di Telemaco e Ulisse, suggerirà a Margherita l’idea di partire alla ricerca del padre. La ragazza non partirà da sola ma in compagnia dell'amico Giulio: un ragazzo orfano e solitario. Questa è una storia che riesce a coinvolgere, intenerire, che sviscera, entra nelle adolescenze di due ragazzi come tanti, vittime di dolori simili, persi, impauriti ma coraggiosi con la voglia di vivere oltre ogni cosa.
Serena Gullo Classe 3*B

Jean Giono-L'uomo che piantava gli alberi


L'uomo che piantava gli alberi è un romanzo allegorico, scritto da Jean Giono e pubblicato nel 1953. Jean Giono è stato uno scrittore francese, nacque in Provenza da una famiglia di origine piemontese e morì di uno scompenso cardiaco nel 1970. Esercitò la professione d'impiegato di banca, ma coltivò fin da giovane la passione letteraria ,grazie alle appassionanti letture di Omero e di Virgilio. Infatti egli esordì maggiormente in questo campo realizzando liriche , saggi brevi e anche vari romanzi che trattavano la condizione dell'uomo nel mondo. Nel racconto 'L'uomo che piantava gli alberi' il narratore ci dice di essere nel bel mezzo di un escursione alle pendici della Provenza, al che egli finisce le scorte d'acqua e si trova in una valle deserta dove non c'è acqua, si guarda intorno e vede solo un villaggio diroccato. Il ragazzo incontra un pastore assieme al suo gregge di pecore, che gli offre l'acqua dalla sua borraccia. Il pastore viene descritto come un individuo piuttosto silenzioso, e ospita il giovane narratore nella sua casa, senza scambiare con lui nessuna parola. Il giorno dopo il ragazzo segue il pastore e vede che ogni giorno pianta 100 ghiande. Inoltre il narratore scopre che il pastore divenuto vedovo, aveva deciso di migliorare il luogo desolato in cui viveva facendovi crescere una foresta, un albero per volta. Il suo nome era Elzéard Bouffier ,aveva cinquantacinque anni e, rimasto vedovo, si era ritirato in montagna e aveva piantato in tre anni 100mila ghiande e si aspettava che ne sarebbero nate 10.000 querce. Dopo questo incontro, il narratore combatte come soldato di fanteria nella prima guerra mondiale . Dopo il congedo, decide di ritornare in quel luogo,sorprendendosi alla vista della trasformazione del paesaggio, con alberi ormai alti, non solo querce, ma anche faggi e betulle. Vi erano molti cambiamenti e l'acqua scorreva nuovamente nei ruscelli una volta secchi. Ritrova anche Elzéard Bouffier, divenuto apicoltore, ed egli continua a piantare alberi e la foresta continua ad estendersi. Le popolazioni vicine si accorgono della trasformazione, ma la attribuiscono a fattori naturali. Qualche hanno dopo la nuova foresta viene visitata da una delegazione governativa e viene messa sotto la protezione dello Stato. Elzéard Bouffier all'interno del suo villaggio ormai rinato non sente i veri eventi che coinvolgono la società in quel momento. E dopo la seconda guerra mondiale il villaggio un tempo abbandonato e senza risorse per vivere, viene nuovamente popolato. Il racconto infine si conclude con la notazione della morte serena di Elzéard Bouffier. Questo libro dà molti insegnamenti e ci fa capire come da un nulla, possiamo fare grandi cose. Infatti il pastore partendo da un ambiente arido è riuscito a trasformare pian piano e con pazienza tutto ,riportando la vita . In particolare ci da molti insegnamenti e ci a aiuta a capire di avere rispetto della natura e che ognuno nel suo piccolo può fare grandi cose.
Rossana Spina Classe III B

Uno studio in rosso

Uno studio in rosso" è il primo romanzo di Sir Arthur Conan Doyle che racconta le imprese e le avventure del consulente investigativo Sherlock Holmes in compagnia del dottore John Watson. Il libro, narrato in prima persona da John Watson, un ex medico militare appena tornato dalla guerra in Afghanistan a causa di ferite alla spalla e al ginocchio, presenta una ricca e dettagliata descrizione dei particolari e dei sentimenti del dottore che, osservando i metodi di deduzioni di Sherlock, resta sempre sbalordito e stupefatto. Il romanzo presenta una dettagliata descrizione che permette al lettore di catapultarsi nella Londra di fine Ottocento e di creare uno scenario collettivo in cui riesce a distinguere tutti gli odori e i suoni presenti e descritti dal narratore. In questa prima loro avventura, Sherlock Holmes deve indagare su un caso molto difficile: un uomo viene trovato morto avvelenato in una casa abbandonata. I due ispettori Lestrade e Gregson, incapaci agli occhi del protagonista, deducono che si tratti di un suicidio, ma Sherlock nota delle tracce e delle prove e, grazie a queste, riesce a dedurre l'aspetto dell'assassino, il suo numero di scarpe, come fosse arrivato in quella casa e il tipo di sigari che fuma abitualmente. I due protagonisti iniziano quindi una "caccia all'uomo", in cui il lettore diventa un partecipante e riesce a capire, prima dell'investigatore, chi sia il colpevole. Nella seconda parte del romanzo, l'autore presenta un'ampio racconto della vita dell'assassino, che verrà raccontato poi brevemente, insieme alle motivazioni dell'omicidio, dal colpevole stesso. Sherlock Holmes è un romanzo che coinvolge molto il lettore, tanto da identificarsi come uno dei personaggi, che sceglie di stare dalla parte del bene e si sente partecipe delle avventure del protagonista. Uno studio in rosso è stato un grande esordio, che ha premesso il successo dei libri successivi dell'autore britannico Arthur Conan Doyle.

Gabriella Pantano 3B

"Giochiamo ancora" di Alessandro Del Piero

Cosa si può dire di un libro così? Poche pagine ma piene di emozioni intense, su Alessandro Del Piero, sul suo sogno di diventare un calciatore, sul suo voler continuamente migliorarsi sia come giocatore che come uomo. Un giocatore mai sopra le righe, mai a fare il montato, amato dai sui tifosi, ma anche dai suoi avversari, sia in campo che sugli spalti. La gioia dopo un gol, il dolore dopo il terribile infortunio, il difficile recupero, le vittorie e le sconfitte, tutte le tappe che lo hanno portato a essere quello che è, e a crescere come persona. Lo stile di una persona unica sia in campo che fuori. Non nego che leggendolo mi sono un po' commosso, io che l'ho anche visto giocare quand'ero piccolo. Il libro inizia con un monologo dove Alessandro racconta di un tema che ha segnato un'importante passo nella sua vita: "Forse è cominciato tutto con quel tema alle elementari. Cosa farò da grande? Io volevo scrivere 'il calciatore', però mi sembrava troppo. Cosa avrebbe pensato la maestra? Così scrissi che mi sarebbe piaciuto diventare elettricista come papà. E dissi che avrei anche voluto fare il cuoco, oppure il camionista." Alla fine dopo una carriera che è entrata nella storia, è riuscito a scrivere il suo tema. E l'ha fatto con grande classe, quella che lo ha contraddistinto per tutta la vita, dai bellissimi tiri a giro, che hanno delineato il famoso "gol alla Del Piero", al comportamento fuori dal campo.

Lo spedì alla maestra e stavolta scrisse: "Da grande voglio fare il calciatore, da grande voglio giocare a pallone. Perché è un mestiere bellissimo. Perché è un sogno." Un sogno che lui ha realizzato seguendo dieci valori, che lo hanno sempre guidato: talento, passione, amicizia, resistenza, lealtà, bellezza, spirito di squadra, sacrificio, stile, sfida. In fine, leggendo questo libro e venendo a conoscenza degl'aspetti che hanno caratterizzato la vita e la carriera di uno dei più grandi campioni della storia del calcio, ho capito che non bisogna mai dare per scontato i propri sogni e che, credendo tanto in sé stessi, si può realizzare tutto, proprio come ha fatto Alessandro.
Vincenzo Atria 3B

giovedì 17 novembre 2016

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